La tutela dell’ambiente nel nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici
Nell’ambito delle ulteriori misure urgenti per l’attuazione del PNRR dirette a riformare la Pubblica Amministrazione (d.l. n. 30 n. 36 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 79 del 2022 – “PNRR 2”), l’1 dicembre 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di decreto che ha l’obiettivo di aggiornare il Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici (d.p.r. n. 62 del 2013), per adeguarlo al nuovo contesto socio-lavorativo e alla necessità di maggior tutela dell’ambiente.
In particolare, tra le novità figura anche l’adozione di comportamenti “green”, rispettosi dell’ambiente, da parte dei dipendenti, che contribuiscano alla riduzione del consumo energetico, delle risorse idriche e dei rifiuti.
Secondo lo schema di decreto, il dipendente è tenuto a conformare “la sua condotta sul luogo di lavoro al rispetto dell’ambiente e per contribuire agli obiettivi di riduzione del consumo energetico, della risorsa idrica e più in generale dei materiali e delle risorse fornite dall’amministrazione per l’assolvimento dei propri compiti, nonché per la riduzione dei rifiuti e per il loro riciclo, in piena aderenza alle direttive impartite dall’amministrazione di appartenenza”.
Al fine di attuare al meglio tale prescrizione, ciascuna Amministrazione, in relazione alle proprie specificità, adotterà delle linee di indirizzo per consentire ai dipendenti di conseguire gli obiettivi di rispetto ambientale, in base al ruolo ricoperto.
La riforma in questione è destinata ad incidere anche sulla programmazione in materia di anticorruzione e trasparenza che le Amministrazioni sono chiamate ad adottare annualmente.
Come chiarito da ANAC, l’adozione del codice da parte di ciascuna Amministrazione rappresenta una delle “principali misure di attuazione della strategia di prevenzione della corruzione a livello decentrato”, e costituisce un “elemento complementare del PTPCT di ogni amministrazione” (PNA 2019), ovvero, a partire dal 2022, dell’apposita sezione del Piano integrato di attività e organizzazione (“PIAO”).
I doveri soggettivi di comportamento connessi al rispetto dell’ambiente potrebbero dunque acquisire un fondamentale rilievo ai fini dell’attuazione della strategia anticorruzione, che viceversa potrebbe contribuire al più veloce raggiungimento di standard ambientali virtuosi.
Sul testo dello schema si è di recente pronunciato il Consiglio di Stato (parere n. 93 del 2023), affermando che molte delle nuove regole di condotta, la cui violazione integra “comportamenti contrari ai doveri d’ufficio”, andrebbero oltre quanto richiesto dalla L. n. 79 del 2022. Tra queste vi sarebbero anche le disposizioni che richiedono al pubblico dipendente di contribuire, sul luogo di lavoro, al contenimento dei consumi delle risorse e dei materiali forniti dall’Amministrazione, nonché alla raccolta differenziata dei rifiuti.
Evidenziando la necessità che venga svolta un’analisi sugli effettivi sprechi di risorse e materiali e sulla loro effettiva imputabilità ai comportamenti individuali, anziché alle carenze del sistema, il Consiglio di Stato ha chiesto un maggior approfondimento da parte dell’Amministrazione proponente.
La tutela dell’ambiente è un’esigenza sempre più urgente, ma va attuata con azioni e misure adeguate e coerenti con il contesto organizzativo e funzionale nel quale sono destinate ad applicarsi…si auspica che l’Amministrazione sia in grado di cogliere la sfida e si attende di conoscere la soluzione che sarà proposta nel testo definitivo del Decreto.